giovedì 9 gennaio 2014

Il "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini

 
Roberto Jonghi Lavarini ha 40 anni, è felicemente sposato con Veronica ed ha due figlie di 11 e 6 anni, Beatrice e Ludovica. Laureato in Scienze Politiche alla Università Statale di Milano, lavora come consulente immobiliare (compravendita e ristrutturazioni) nella società di famiglia ed è iscritto a diverse associazioni di categoria. Cristiano Cattolico praticante, fedele alla Tradizione, è Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Volontario del Corpo Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta. Appassionato di storia, cultura, araldica, tradizioni religiose e popolari, enogastronomia e sagre paesane, è molto legato alle radici ed alla identità Walser (tedesco-vallese) della propria famiglia e fa parte del gruppo folkloristico del suo paese di origine, Ornavasso. Da sempre coerente militante di destra, è stato: Segretario del Fronte della Gioventù di Milano, Dirigente Provinciale del Movimento Sociale Italiano, Dirigente Regionale di Alleanza Nazionale e della Fiamma Tricolore della Lombardia, Consigliere Circoscrizionale e Presidente della Zona Porta Venezia, per due volte candidato alla Camera dei Deputati come Indipendente ne La Destra. Attualmente, per scelta, non ricopre alcuna carica politica e non è iscritto a nessun partito ma collabora con svariate associazioni culturali e testate giornalistiche, partecipando a diverse trasmissioni televisive come opinionista. http://www.robertojonghi.it/

 
Antica famiglia Walser (tedesco-vallese) della Vall d’Ossola, gli Jonghi Lavarini sono i legittimi discendenti dei nobili carolingi Crussnall primi signori feudali di Ornavasso, poi trasferitisi in Svizzera. Il Capostipite di questa importante Sippe germanica, storicamente presente in tutte le valli del Monte Rosa, è Jocellino I von Urnavas, citato nel 1275 come Visdomino di Naters. Da suo nipote Jocellino II “Jung” (il giovane), discendono appunto gli Jonghi von Urnavas che furono fra i promotori della colonizzazione walser delle Alpi, spingendosi, oltre il passo del Sempione, fino a fondovalle, a Casaleccio, Ornavasso e Migiandone, rivendicando la titolarità su quelle terre.  Nel 1486, il Vescovo di Sion, Iodico von Syllinen, Signore del Vallese e Principe del Sacro Romano Impero, rivendicando il legittimo dominio su quelle terre, nominò, suo Curatore, il Ritter (Cavaliere) Theodorus Jongh, riconoscendolo erede dei primi signori di Ornavasso  (poi trasferitisi nel Vallese) con lo spettante titolo di Freiherr von Urnavas. Già nel 1495, però, il Ducato di Milano ed i Visconti rientrarono definitivamente in possesso della Baronia di Ornavasso, accordandosi con le “locali genti alemanne” (Walser), alle quali venne concessa una larga autonomia.  Da allora i “todeschi Jonghi di Urnavas” sono sempre citati  negli eventi storici della valle. In particolare, nel 1575, Pietro ed Angelino Jonghi, partecipano alla costituzione degli Statuti di Ornavasso in quanto “cardenzari et uomini particolari di detto luoco”.  Nel 1605, gli Jungen Urnavas sono citati nel “Wappenbuch des Heligen Romischen Reichs” (registro degli stemmi del Sacro Romano Impero). Nel corso dei secoli possedettero molte terre agricole, pascoli, boschi, cave di marmo e palazzi signorili (ancora esistenti come quelli di Ornavasso, Vogogna e Piedimulera), imparentandosi con le più importanti famiglie del Verbano-Cusio-Ossola. Dal 1738 gli Jonghi furono sempre presenti nel Consiglio Generale dell’Ossola come Patriziato Aggregato. Nel 1900, S.M. Re Umberto I concesse al Nob.Cav.Ing. Cesare Jonghi di aggiungere al proprio cognome ed al proprio stemma anche quelli materni dei nobili Lavarini (famiglia di remota origine veneta, di medici ed impresari, decurioni e sindaci, citata fin dal 1575). http://www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letteraj/jonghilavarini.htm


Intervistiamo Roberto Jonghi Lavarini (41 anni, noto esponente della destra milanese, opinionista radio televisivo, ex dirigente del MSI e di AN, già presidente della zona Porta Venezia): uno "politicamente scorretto e senza tanti peli sulla lingua". D (domanda) – R (risposta) D - Ti abbiamo sentito alla Zanzara sotto il fuoco incrociato di Cruciani e Parenzo… R - Si, è un bel ring anche se alla radio è impossibile spiegare bene i concetti, difendersi e replicare. Mi dispiace solo essere stato obbligato a parlare solo del passato e non del presente, tantomeno del futuro. Comunque, sia chiaro: non mi vergogno affatto delle mie idee e non ho certo paura di esprimerle liberamente. Io non rinnego nulla e non mi tiro indietro davanti ad una sfida. Il mio giudizio storico sul Fascismo e Mussolini rimane assolutamente positivo. Anzi, a dirla tutta, di fronte alla attuale crisi dell’occidente, causata dalle speculazioni della plutocrazia internazionale, incomincio anche a capire ed a rivalutare certe scelte politiche ed economiche della Germania Nazional-Socialista. La storia del secolo scorso è tutta da riscrivere... D - Ti abbiamo anche letto sui giornali parlare di Grillini e Lepenisti… R - Ho semplicemente riportato dei fatti assolutamente noti: Marine Le Pen, in vista delle prossime elezioni europee del 2014, vuole giustamente costituire un fronte europeo dei popoli e delle nazioni, e, attraverso tutta una serie di contatti ed incontri,  cerca degli interlocutori affidabili anche in Italia. Mi hanno però assicurato, dalla sua segreteria politica, che non vi è e non vi sarà  mai alcun accordo con il Movimento 5 Stelle. Ad oggi, quindi, gli unici referenti ufficiali del Front National francese, rimangono solo la Fiamma Tricolore e La Destra che, non a caso, hanno ripreso ed accelerato il processo di riunificazione della destra sociale italiana. D - Infatti, sabato sarai a Roma alla rifondazione di AN lanciata da Storace… R - Quella di riesumare la vecchia Alleanza Nazionale è evidentemente solo una provocazione politica, rivolta soprattutto agli amministratori della omonima fondazione (che gestisce il patrimonio del MSI) ed ai Fratelli d’Italia: l’obbiettivo è, finalmente, quello di riunire, rinnovare e rilanciare la destra italiana, partendo dall’appello lanciato, a suo tempo, da Marcello Veneziani e dal  progetto Itaca. Urge un nuovo movimento anti-mondialista che difenda veramente l’identità, la sovranità, i sacrosanti interessi del nostro popolo e della nostra nazione. Bisogna fare massa critica, voltare pagina, chiudere con vecchi rancori e polemiche. Su questa strada obbligata (non solo dallo sbarramento elettorale del 4%), i nostri primi e naturali interlocutori non possono che essere gli amici di Officina per l’Italia. D - Veniamo a Milano, quale è il tuo commento sul Far West di Quarto Oggiaro? R - Conosco bene quel quartiere difficile e, durante la campagne elettorali, in mezzo a centinaia di cittadini assolutamente perbene, ho incrociato anche diversi pregiudicati, alcuni dei quali cercavano veramente di cambiare vita ma non è facile. Lo stato deve fare sentire tutta la sua autorità ed autorevolezza, innanzitutto dando risposte concrete (case popolari, asili nido, spazi per i giovani, sussidi per gli anziani, istruzione e supporto al mondo del lavoro) e secondariamente con una presenza costante e visibile delle forze di polizia. Per sradicare la criminalità ed il degrado, servono “il bastone e la carota”, ovvero legge ed ordine (anche “il pugno di ferro” quando serve) ma insieme a giustizia sociale. Ma in quella zona, è giusto ricordare che ci sono anche tanti esempi positivi: parrocchie, centri sportivi, associazioni culturali e di volontariato e tanta solidarietà. D - Quale è il tuo giudizio sui governi locali di Pisapia, Podestà e Maroni? R - Quello sulla giunta rossa del radical-chic Pisapia è assolutamente pessimo: ha diminuito fortemente la sicurezza ed il benessere dei milanesi, tartassato famiglie e commercianti, abbandonato le periferie, difeso solo zingari e leonkavallini, riempito di consulenze e soldi pubblici i propri compagni di merende. La giunta provinciale ha lavorato benino ma, contando veramente poco, non se ne è accorto nessuno. E dalla Regione Lombardia, dopo tutte le incoraggianti promesse elettorali di cambiamento di Maroni e della sua lista civica, sinceramente, mi sarei aspettato di più, ma è ancora presto per giudicare, diamogli ancora qualche mese. La verità è che in questa crisi sistemica della democrazia, i partiti e le assemblee elettive contano sempre meno e la classe dirigente selezionata è sempre più mediocre e meno autonoma. Bisogna tornare alla grande e buona Politica, fatta con disinteresse e passione, per la propria comunità, ognuno con le proprie idee. D - Ma quali sono le tue proposte concrete per uscire da questa grave crisi sociale? R – Grazie della domanda, finalmente parliamo di cose concrete! Le famiglie e le imprese italiane sono soffocate dalle tasse e dalla burocrazia, non si riesce più a lavorare e, in certi casi, nemmeno a sopravvivere. E per abbassare questa vessatoria e insopportabile pressione fiscale, oltre a fare tagli (e di carrozzoni inutili e sprechi ce ne sono ancora tantissimi), bisogna rivoluzionare il sistema economico dello stato, rivedere i trattati europei, riprenderci la nostra piena sovranità monetaria, nazionalizzare la Banca  d’Italia, vietare e punire severamente le infami speculazioni dell’alta finanza privata internazionale che sono la principale causa di questa crisi. D - Ora arriva il giochino del botta e risposta. Ad ogni nome che faccio voglio un definizione sintetica o un tuo commento veloce. D - Erich Priebke: R - Un soldato tedesco che ha ubbidito ad ordini superiori. Pace all’anima sua. D - Papa Francesco: R - Simpatico, comunicativo, nazionalpopolare ma io preferivo Benedetto XVI. D - Silvio Berlusconi: R - Un sincero anticomunista. Un grande uomo, con più pregi che difetti. D - Alba Dorata: R - Onore ai due giovani patrioti greci ammazzati dai sicari del mondialismo. D - Primavera Araba: R - Una tragedia. Io difendo i cristiani perseguitati ed in Siria sostengo Assad. http://destrapermilano.blogspot.it/2013/11/intervista-roberto-jonghi-lavarini-7.html

giovedì 18 aprile 2013

robertojonghi.it

Roberto Jonghi Lavarini ha 40 anni, è felicemente sposato con Veronica ed ha due figlie di 11 e 6 anni, Beatrice e Ludovica. Laureato in Scienze Politiche alla Università Statale di Milano, lavora come consulente immobiliare (compravendita e ristrutturazioni) nella società di famiglia ed è iscritto a diverse associazioni di categoria.
Cristiano Cattolico praticante, fedele alla Tradizione, è Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Volontario del Corpo Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta. Appassionato di storia, cultura, araldica, tradizioni religiose e popolari, enogastronomia e sagre paesane, è molto legato alle radici ed alla identità Walser (tedesco-vallese) della propria famiglia e fa parte del gruppo folkloristico del suo paese di origine, Ornavasso.
Da sempre coerente militante di destra, è stato: Segretario del Fronte della Gioventù di Milano, Dirigente Provinciale del Movimento Sociale Italiano, Dirigente Regionale di Alleanza Nazionale e della Fiamma Tricolore della Lombardia, Consigliere Circoscrizionale e Presidente della Zona Porta Venezia, per due volte candidato alla Camera dei Deputati come Indipendente ne La Destra.
Attualmente, per scelta, non ricopre alcuna carica politica e non è iscritto a nessun partito ma collabora con svariate associazioni culturali e testate giornalistiche, partecipando a diverse trasmissioni televisive come opinionista.

giovedì 21 marzo 2013

ROBERTO JONGHI LAVARINI


Agenzia ITALIA INFORMA: Chi è ROBERTO JONGHI LAVARINI

Milano, 21 marzo 2013


Roberto Jonghi Lavarini ha 40 anni, è felicemente sposato con Veronica ed ha due figlie di 11 e 6 anni, Beatrice e Ludovica. Laureato in Scienze Politiche alla Università Statale di Milano, lavora come consulente immobiliare nella società di famiglia ed è iscritto a diverse associazioni di categoria. Cristiano Cattolico praticante, fedele alla Tradizione, è Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Volontario del Corpo Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta. Appassionato di storia, cultura, araldica, tradizioni religiose e popolari, enogastronomia e sagre paesane, è molto legato alle radici ed alla identità Walser (tedesco-vallese) della propria famiglia e fa parte del gruppo folkloristico del suo paese di origine, Ornavasso. Da sempre coerente militante di destra, è stato: Segretario Provinciale del Fronte della Gioventù di Milano, Dirigente Provinciale del Movimento Sociale Italiano, Dirigente Regionale di Alleanza Nazionale della Lombardia, Consigliere Circoscrizionale e Presidente della Zona Porta Venezia, per due volte candidato alla Camera dei Deputati come Indipendente ne La Destra. Attualmente, per scelta, non ricopre alcuna carica politica e non è iscritto a nessun partito ma collabora con diverse testate giornalistiche e partecipa a diverse trasmissioni televisive come opinionista.

INFO: www.robertojonghi.it CONTATTI: robertojonghi@gmail.com

mercoledì 23 gennaio 2013

Roberto JONGHI con la DESTRA.

ROBERTO JONGHI LAVARINI: 40 anni, felicemente sposato con Veronica, due figlie (Beatrice e Ludovica, di 11 e 6 anni), Laureato in Scienze Politiche, Consulente Immobiliare, Cristiano Cattolico praticante, aristocratico nazionalpopolare, fedele alla Tradizione, attivo in diverse associazioni (professionali, culturali, sociali e di volontariato), in sodalizi patriottici ed ordini cavallereschi. 26 anni di coerente militanza nella destra, è stato: Segretario Provinciale del Fronte della Gioventù di Milano, Dirigente Provinciale del Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante, Dirigente Regionale di Alleanza Nazionale e della Fiamma Tricolore di Pino Rauti, Consigliere Circoscrizionale del Comune di Milano e Presidente della Zona Porta Venezia. Attualmente non è iscritto a nessun partito e sostiene ITACA, il progetto unitario e costituente, di Marcello Veneziani, per il rilancio culturale e politico della destra italiana. A queste elezioni 2013 è candidato alla camera dei deputati come INDIPENDENTE nelle liste de LA DESTRA di Francesco Storace. INFO: www.robertojonghi.it CONTATTI: robertojonghi@gmail.com
Contro la plutocrazia mondialista, la sinistra comunista e giacobina, il trasformismo della partitocrazia, i parassiti della casta, il relativismo e la decadenza dell’occidente. In difesa della nostra Civiltà Europea e Cristiana, della giustizia sociale, della sicurezza e del benessere del nostro popolo. A sostegno della sana borghesia produttiva del nord, delle famiglie e delle imprese italiane, della meritocrazia, del rinnovamento della classe dirigente, del presidenzialismo e del federalismo fiscale. Ma per cambiare davvero servono uomini liberi, coerenti e coraggiosi, Valori forti, idee chiare ed azioni decise. Per questo, con patriottico senso del dovere e cavalleresco spirito di servizio, per amore delle mie figlie, mi sono candidato, come indipendente, con La Destra di Francesco Storace, nella rinnovata coalizione di centro-destra. F.to Roberto Jonghi Lavarini - robertojonghi@gmail.com

mercoledì 12 settembre 2012

Una storica impresa italiana.

Una storica impresa italiana. L’impresa ha inizio, nei primi anni del secolo scorso, per opera del Comm.Ing.Prof. Cesare Jonghi Lavarini (Dirigente delle Regie Ferrovie e Docente al Politecnico di Torino). La Società Edificatrice Immobiliare Milanese Spa è stata fondata nel 1927 dal Cav.Gr Cr. Ing. Edmondo Luigi Jonghi Lavarini e si è occupata di cementi armati, realizzazione di costruzioni civili (interi stabili), industriali (fabbriche e capannoni), militari (caserme e fortificazioni), opere pubbliche, appalti e case popolari in tutto il nord Italia. Fornitori ufficiali del Ministero della Guerra, del Ministero dei Lavori Pubblici e del Comune di Milano, durante il Regime Fascista. Attiva nella ricostruzione di Milano (dal Teatro La Scala a Palazzo Litta), dopo la guerra, la SEIM ha incominciato ad occuparsi anche di investimenti immobiliari, gestione, amministrazione e manutenzione di stabili. Oggi le attività principali dell'azienda, portata avanti dal Comm.Dott. Cesare Giovanni (Medaglia d’Oro della Camera del Commercio e dell’Industria di Milano) e dal Cav.Dott. Roberto, rispettivamente figlio e nipote del fondatore, sono quelle della vendita di immobili e della ristrutturazione edile di interni. La SEIM è una piccola ma solida azienda famigliare, alla quarta generazione, socia di numerose associazioni di categoria (ADSI, AMPE, ANACI, UPPI), vanta una lunga esperienza nel settore immobiliare e può offrire alla propria clientela, oltre a serietà, professionalità e cordialità, un servizio completo e personalizzato al miglior rapporto qualità-prezzo.
VENDITA di Immobili Vendita diretta, con mandato semestrale in esclusiva, di proprietà immobiliari (appartamenti, uffici, negozi, stabili interi, ville) a Milano, in Lombardia, Piemonte e Liguria (con solo il 2% di provvigioni). Attenta valutazione del Vostro immobile (sopraluoghi e misurazioni, studi di settore e di mercato, raccolta di documentazione). Adeguata pubblicità, tradizionale (annunci e cartelli) e web (realizzazione di documentazione video fotografica ed eventualmente anche di piantina digitalizzata e di visita virtuale) della Vostra proprietà. Attenta selezione dei possibili acquirenti ed seria verifica della loro reale solvibilità. Gestione delle visite, venendo incontro alle esigenze dei proprietari. Assistenza (amministrativa, tecnica, legale, notarile e fiscale) e raccolta di tutta la documentazione necessaria (visure catastali, atti di provenienza, certificazioni energetiche) al compromesso ed al rogito. Mediazione in compravendita di locali ed attività commerciali (come bar e ristoranti) e terreni edificabili a Milano ed in Lombardia. Mediazione in compravendita di qualsiasi tipologia di proprietà immobiliare, in tutta Italia e consulenza in investimenti immobiliari in Europa (Russia compresa) ma anche in Libano, paesi arabi e Cina.
RISTRUTTURAZIONI di Immobili. Interventi di recupero, completo e personalizzato, della vostra proprietà, con sgravi fiscali del 50%. Sopraluoghi e preventivi, veloci e gratuiti. Consulenza progettuale, studi di fattibilità, realizzazione di capitolati, pratiche tecniche ed edilizie, autorizzazioni e permessi. Lavori edili (opere murarie, imbiancature e verniciature, gessi e stucchi, levigature marmi e legni, posa pavimenti e serramenti, realizzazione impianti elettrici, termici, idraulici e di illuminazione, bagni e cucine, recupero sottotetti). Direzione lavori e piani di sicurezza. Certificazioni tecniche ed energetiche. Studio e realizzazione di impianti di sicurezza e di allarme, (personalizzati e per ogni esigenza), porte blindate, scale interne e cancelli automatizzati. Rifacimento tetti e facciate, trattamento e smaltimento amianto ed eternit, energie alternative, pannelli solari ed impianti fotovoltaici. Consulenza progettuale di architettura di interni e di arredo. Sistemazione di terrazzi, cortili e giardini e sistemi di irrigazione automatica. Bioedilizia e bioarchitettura, materiali tradizionali ed alternativi, impianti domotici ed alta tecnologia, antiquariato e design. Ristrutturazioni personalizzate di locali commerciali. Recupero e restauro di dimore antiche e storiche (usufruendo di sgravi fiscali e contributi pubblici).
Locazioni e Gestione Immobiliare. Attenta valutazione del Vostro immobile (sopraluoghi e misurazioni, studi di settore e di mercato, raccolta di documentazione) e precisa stima del canone possibile. Adeguata pubblicità, tradizionale e web, gestione delle visite, venendo incontro alle esigenze della proprietà. Ricerca ed attenta selezione dei potenziali inquilini (privati o società) e-o dei loro garanti, verificandone le garanzie e la solvibilità (dichiarazioni dei redditi, buste paga e conti correnti, protesti e certificati penali). Redazione, stipula e registrazione del contratto, a norma di legge ed a tutela della proprietà. Contratto libero ad uso abitativo (di anni 4 + 4) e commerciale (di anni 6 + 6). Gestione singole unità immobiliari (appartamenti, uffici, negozi, box, magazzini e capannoni) ed interi stabili (di unica proprietà) a Milano e Provincia. Riscossione degli affitti e delle spese, tramite bollettazione trimestrale e bonifico bancario e gestione dei rapporti con gli inquilini (con nostra consulenza del 4% sul puro canone annuo). Eventuale conteggio e ripartizione delle spese e gestione dei rapporti con il condominio.
Consulenza e servizi immobiliari. Sopralluoghi, misurazioni, realizzazione di documentazione video e fotografica, controlli urbanistici ed ambientali, verifica di fattibilità di opere architettoniche, stesura di relazioni tecniche e peritali, semplici o asseverate. Pratiche tecniche e catastali (perizie, valutazioni, stime, visure, mappe, planimetrie, volture, cambio d'uso, rendite e variazioni, tabelle millesimali, calcolo della rendita presunta). Pratiche legali, notarili e fiscali (compromesso, rogito, redazione e registrazione dei contratti, successioni, frazionamenti, ipoteche, regolamenti condominiali). Finanziamenti, mutui casa, tramite convenzioni con primari istituti di credito ed ai migliori tassi di mercato. Gestione e manutenzione impianti di riscaldamento (terzo responsabile e libretto caldaia) e fornitura combustibile (gasolio e metano). Servizi di pulizia, sgomberi e piccoli traslochi, spurghi, disinfestazione e giardinaggio. Servizi di portierato, vigilanza e sicurezza, sistemi di allarme e sicurezza. Assicurazione, Polizze Generali Fabbricato e per singole unità immobiliari Arredamento d'interni, mobili d'ufficio, mobili su misura. Gestione del verde (giardini, cortili, terrrazze).
Contatti ed informazioni: SEIM UNO SRL, Corso Sempione 34, 20154 Milano - Tel. 02.3313260 - Fax 02.31801315 - Cell 346.7893810 - www.seimuno.com - robertojonghi@gmail.com

Itaca: Laboratorio Politico per la Rinascita Italiana.

In tanti mi chiedono pareri sulla situazione politica e sul futuro della destra italiana. La situazione, nonostante gli enormi spazi potenziali di azione, è decisamente desolante. Gli ex AN del PDL rimangono ostaggio di Berlusconi e continuano a sostenere questo infame governo tecnocratico e plutocratico, che cura solo gli interessi degli usurai delle banche, degli speculatori delle borse e dei parassiti dell’alta finanza internazionale. La Destra di Storace, che a Milano ed in Lombardia praticamente non esiste, non si è ancora unita con la Fiamma Tricolore, anzi, invece di “fare fronte” (nazionale, popolare, sociale ed identitario) contro il mondialismo, alle prossime elezioni politiche, rischia seriamente di finire (e scomparire) nel listone unitario berlusconiano. Altre alternative politiche (serie e valide), a destra, non ve ne sono, nemmeno in prospettiva. Quindi, purtroppo, ad oggi, non posso che confermare il mio convinto disimpegno dalla politica attiva, almeno da quella partitica ed elettorale. Ultima speranza rimane il progetto culturale (unitario, trasversale e costituente) promosso da Veneziani: (Roberto Jonghi Lavarini, Milano, 12 settembre 2012) http://www.progetto-itaca.it/ - robertojonghi@gmail.com

lunedì 23 luglio 2012

PROGETTO ITACA

La Comunità Militante di DESTRA per MILANO, da sempre sostenitrice dell'unità politica e del rilancio culturale della destra italiana, aderisce, con convinzione ed entusiasmo, al Progetto ITACA: Laboratorio Politico per la Rinascita Italiana, promosso da Marcello Veneziani e Renato Besana. F.to Roberto Jonghi Lavarini
L'APPELLO D'ASCOLI Il seminario di Ascoli aspira a dare una voce, un collante e una prospettiva di rinascita a quell'arcipelago che in modo inadeguato e superato definiamo destra. Non è il ritorno al passato, ma vuol essere l'atto di nascita di una nuova storia e di un disegno prepolitico che vuol farsi politico. Ambizioso, ma senza illusioni. Non vogliamo rassegnarci al nulla, al vuoto e alla paralisi. Non vogliamo accettare come definitiva la morte della politica, la fine di ogni destra possibile, ideale e reale, sociale e nazionale, conservatrice e rivoluzionaria. E non vogliamo finire passivamente al rimorchio di leadership e rientrare in fasi che consideriamo concluse. In ogni caso la decisione nel merito scaturisca da un atto preliminare di autonomia. Vogliamo risvegliare la passione civile e ideale in un paese stanco e disperato e la difesa della sovranità, popolare e nazionale, statuale e politica. Siamo convinti che la crisi economica vada affrontata a partire da scelte che precedono l'economia. Vogliamo ripartire dalla tradizione come viva continuità con le origini e con il futuro; e dall'amor patrio come passione autentica per la nostra comunità. Vogliamo suscitare una nuova selezione fondata sul merito e sulla qualità ed esigere da chi fa politica che cooperi a selezionare giovani e donne, tecnici e outsider. Proprio perché siamo realisti non proponiamo di far nascere dal nulla un nuovo soggetto, ma di dar luogo a un incontro per rimettere insieme - in un movimento, in una fondazione, e poi eventualmente in un soggetto politico – le realtà esistenti, ovvero tutti coloro che provengono da destra o che non disdegnano di definirsi tali: dalla componente di Alleanza nazionale rimasta nel Pdl (ora in via di ritorno a Forza Italia) a la Destra guidata da Storace, dai componenti di Futuro e Libertà a tutta la galassia di circoli sparsi, movimenti e gruppi non allineati, associazioni e singoli che non intendono restare prigionieri del passato o di settari estremismi. Suggeriamo un passo indietro a tutti coloro che hanno espresso in prima linea questo ciclo ventennale; lasciando spazio a nuove leve, anzi aiutandole a emergere, favorendo il ricambio. Crediamo nell'autonomia della politica e ancor più della cultura; ma in alcuni momenti di svolta, come già accadde nel biennio 92-94, è dovere spingersi ai confini ed esporsi in un lavoro prepolitico. Non vogliamo veder finire così male quell'intreccio di idee e di esperienze, di radici e di consonanze, che in modo sbagliato seguitiamo a definire destra. C'è dentro la nostra vita, o una sua parte significativa, e non intendiamo lasciarla morire o svilire in una discarica. Permettendoci una parola pomposa e desueta, ma a noi cara, lo facciamo per l'onore, oltre che per il bene della nostra Patria. Il Seminario di Ascoli si propone perciò come promotore di un incontro prima che finisca l'estate con i segmenti politici più vivi ed attenti al fine di ritrovare le ragioni e le passioni di una nuova Alleanza. Si crei prima un ristretto intergruppo, costituito per metà da rappresentanti politici e per metà da extrapolitici che studi la possibilità di dar luogo una costituente, che dovrà poi selezionare i propri rappresentanti. Nessun nemico a destra, non ci poniamo contro; solo in favore della destra, dell'Italia e del suo rinnovamento. Il progetto finale è far nascere un soggetto unitario, sovrano e visibile, che decida se, in che modo e fino a che punto allearsi per incidere nella realtà, se preferire un ruolo di testimonianza e di opposizione; o se, in un mutato clima, diventare esso stesso il battistrada della rinascita italiana.
ITACA di Renato Besana Anche le parole hanno bisogno di manutenzione: destra, per esempio. Affinché continui ad avere un significato, o ne acquisti uno nuovo, al passo con la Storia, bisogna restituirle un progetto, nel qui e ora, lo sguardo rivolto al futuro. Questo l’argomento di lunghe conversazioni con Marcello Veneziani, dalle quali è scaturito un appello di venti righe, girato tra amici, e un nome: Itaca. La terra del ritorno, l’isola che c’è, lontana da utopie velleitarie, dove ritrovare la propria identità, che il lungo viaggio attraverso mari in tempesta ha forgiato in forme inattese e arricchito di esperienze. Nessuna nostalgia per il vecchio Msi, né per la diafana Alleanza nazionale, sparita in un pomeriggio senza una lacrima. L’idea è di aprire un laboratorio politico per la rinascita italiana, premessa a un rinnovamento non più eludibile, che non può certo ridursi a interventi di cosmesi. Veneziani ha poi tradotto questa linea ideale in un più articolato appello, apparso sulle pagine del Secolo d’Italia diretto da Marcello De Angelis. Ne è scaturito un dibattito cui hanno finora partecipato Ignazio La Russa, Massimo Corsaro, Altero Matteoli e Alfredo Mantica: emergono, dai loro interventi, dubbi e perplessità, suscitando l’impressione che giocassero in difesa. Non hanno forse compreso appieno lo spirito dell’iniziativa, che si rivolge a una vasta area oggi in frantumi, da Storace a Fini passando per il Pdl. “Né con te né senza di te”, dice l’epitaffio sulla tragica storia di due amanti in un vecchio film di Truffaut, “La signora della porta accanto”. Lo stesso potrebbe ripetersi, con qualche variante, per il Popolo della Libertà: né con Berlusconi né senza Berlusconi. Il partito ombrello sotto il quale si erano rifugiati, continuando a detestarsi, democristiani e socialisti, liberali e reduci di An, non ha retto al tramonto del leader, il cui ritorno, tuttavia, procurerebbe più guai di quanti riuscirebbe a parare. Il Pdl è ormai un brodo primordiale, nel quale nuotano persone rispettabili e vecchi marpioni, portaborse avidi e triciclati senza pudore, avventuristi e faccendieri, alla ricerca d’una scialuppa per salvarsi dal naufragio. Gli elettori non ne vogliono più sapere, come i turni amministrativi dello scorso anno e di questo hanno dimostrato senza possibilità di smentita. Qualcuno ancora vota di malavoglia, altri restano a casa, altri ancora, per rabbia e disincanto, si sono riversati sulle Cinque stelle di Grillo. C’è chi attende l’uomo nuovo, capace di guidare la riscossa. È un miraggio. Per quasi vent’anni l’arena della politica è stata dominata da partiti leaderistici: i berlusconiani, i dipietristi, i finiani, cui si sono da poco aggiunti i grillini (il cui personaggio bandiera preferisce però tenersi saggiamente in disparte). È questo modello a patire la crisi peggiore. Tra le forze in campo, a mostrare la migliore tenuta è il Pd, che non ha ceduto alla deriva personalistica. Un tempo, la politica poteva condurre alla notorietà; oggi è la notorietà che conduce alla politica. Montezemolo e Mentana vorrebbero costruirsi un partito, e chissà quanti altri. Non è la strada giusta: serve una classe dirigente diffusa, come quella che negli anni della ricostruzione risollevò l’Italia dalle macerie della guerra perduta. Ecco allora la necessità di riprendere l’iniziativa, discutere, confrontarsi. È importante fare rotta su Itaca per delineare prospettive credibili in un Paese che patisce la peggiore delle crisi, quella della idee. Come ha scritto Veneziani, è venuto il momento di stilare “un programma essenziale e popolare in una decina di punti per rilanciare su basi effettive una nuova rivoluzione conservatrice italiana, conservatrice sul piano dei principi e dei beni, rivoluzionaria sul piano delle innovazioni pubbliche e sociali”. L’ alternativa è una sola: la scomparsa. Ciascuno di noi è padrone del proprio destino: tutti insieme, dal basso, saremo il motore del cambiamento. Tenderemo l’arco di Ulisse per fare giustizia dei pretendenti che banchettano nella nostra casa: politici mediocri e corrotti, lacchè dei poteri bancari, demagoghi e moralisti. Una vastissima area è rimasta senza punti di riferimento; le istituzioni democratiche sono al minimo storico. C’è voglia di destra nel Paese: ora o mai più. (Post scriptum: chi ha preso questa iniziativa senza ripararsi sotto la coperta di alcun potere non mira a poltrone o sgabelli e non intende prestarsi a giochi di sorta, che poi si riducono a uno solo, quello delle tre tavolette. Il fine è di catalizzare le molte voci libere che si levano dal corpo vivo della nazione. C’è molto da dire e da fare).
IL MIO APPELLO A TUTTE LE DESTRE di Marcello Veneziani Rivolgo questo appello esplicitamente, anche se non esclusivamente, a chi proviene da destra. Un appello personale, di cui mi assumo intera la responsabilità, non concordato con nessuno. Mi rivolgo a chi proviene da Alleanza nazionale, dal vecchio Msi, dalle esperienze varie e anche non politiche di destra nazionale, sociale e i non allineati. E mi rivolgo apertamente e direttamente a chi attualmente esprime su posizioni diverse il desiderio di ricominciare daccapo. Dico dunque alla componente destra del Popolo delle Libertà, dico alla Destra di Storace, dico a Futuro e Libertà, dico alla galassia di nascenti movimenti, come gli azzeratori di Giorgia Meloni, i patrioti di Elena Donazzan, il Fuori di Galeazzo Bignami, RinascItalia di Elisabetta Foschi, e tutti coloro che in questo momento stanno dando vita a esperimenti, incontri, tentativi di ripartire. Senza escludere la galassia giovanile dispersa o ritrovatasi in comunità e circoli, case e movimenti. Infine considero chi, come me, viene dalla destra sfusa, pensa da anni in libertà e in solitudine, o non è impegnato in nessuna realtà vagamente politica. È ora di ricostruire un soggetto civile, prima che politico e culturale. È ora che si torni ad Itaca, come scrive in un appello che sottoscrivo, Renato Besana. È ora che si tenti, dico almeno si tenti, di ritrovare un motivo comune per rilanciare l’iniziativa politica. Accogliamo come dato di fatto il disarmo bilaterale: Berlusconi e Fini costituiscono inevitabilmente un ciclo concluso. La loro parabola di leader è finita, differiscono i nostri giudizi su di loro, ma non possono essere più motivo di unione né di divisione. Si deve fare un passo oltre. Si chiede un passo indietro anche a coloro che hanno rappresentato in questi vent’anni la destra e si selezionino giovani, donne e outsider per costituire il nucleo costituente. Non volevamo morire democristiani, ma non ci piace nemmeno finire grillini o montezemoliani. Si può agire all’interno del quadro bipolare, dunque collocandosi sul versante alternativo alla sinistra, ma occorre recuperare una propria linea d’azione e di pensiero. Anche perché nel paese esiste, come dimostra la nostra storia e il presente nel resto d’Europa, un’area che oscilla tra il dieci e il venti per cento, che aspetta un discorso serio di rinascita italiana. La Lega è ormai semidistrutta, il Pdl è dimezzato nei consensi e spappolato nelle sue interne spinte centrifughe, Futuro e Libertà vive con disagio all’ombra di Casini che peraltro gioca in autonomia e dichiara concluso il Terzo polo. Sintetizzando in una boutade sostengo che il Pdl, per accrescere l’offerta politica, deve spacchettarsi in P, D e L, ovvero Popolari, Destra e Liberali. C’è un potenziale bacino di consensi per chi con tempismo e attraverso volti e temi giusti riesce a interpretare il disagio presente, la voglia di futuro ma anche la memoria storica. Come mi è capitato di dire e di scrivere, è il momento giusto, per far nascere un’Altra Storia. Un movimento rigoroso e forte, duttile ai fianchi ma duro al centro, onesto e animato da passione civile, etica e ideale, un amor patrio di quelli che non odorano di stucco e rimmel ma vero e severo, che fa tornare il gusto della politica. Stavolta non si lascia il monopolio dell’etica alla retorica partigiana della sinistra, non si lascia l’esclusiva della sobrietà ai tecnici, non si lascia ai giudici stabilire l’onestà, non si lascia la rabbia popolare ai grillini. Si fa sul serio. Si chiamano i migliori, si usano i tecnici per raddrizzar la barca ma senza dar loro il comando: devono risponderne, e non alle banche o ai poteri esteri ma alla politica e al popolo italiano. Il primo atto è la selezione, la cerca dei dieci, e dai dieci dei cento e dai cento dei mille, per costituire una nuova élite, con fresche energie, scegliendo il meglio che c’è nel paese; il minimo indispensabile tra chi c’era prima, gli altri a casa o in fila senza priorità d’imbarco. E poi un programma essenziale e popolare in una decina di punti per rilanciare su basi effettive una nuova rivoluzione conservatrice italiana, conservatrice sul piano dei principi e dei beni, rivoluzionaria sul piano delle innovazioni pubbliche e sociali. L’alternativa è fingere che nulla sia accaduto, accodarsi ai vecchi capi, assistere inermi alla scomparsa, affondare indecorosamente per non osare. C’è un’estate intera per fondare il nuovo o finire nel nulla. Chi mi legge sa quanto sia lontano ormai da anni, dalla politica; ma, senza mutare indirizzo e soprattutto indole, è tempo di innescare un movimento vitale come quello che sorse, giusto vent’anni fa, con L’ Italia settimanale, che fu battistrada di molti eventi e coalizioni. Deponete i rancori, incontratevi, cercate la linea comune. Da soli non ce la fate, andrete al rimorchio se non al guinzaglio o finite fuori dal gioco. Abbiate il coraggio di sacrificare qualcosa e qualcuno per far nascere un vero soggetto politico, in grado di splendere da solo e di allearsi ma in funzione trainante e non passiva, capace di egemonizzare e non di accodarsi. Lo dico per l’Italia, per noi e per chi ha nostalgia del futuro.